Danu – Vento d’Inverno

Secondo la Ruota dell’Anno di Avalon/Glastonbury, con il Solstizio d’Inverno si onora la Dea Danu come archetipo dell’elemento Aria, nella festività di Yule.

Danu è la Signora dei Cieli, il Vento invernale che soffia gelido da nord spazzando le cime delle montagne innevate. Lei è l’elemento più impalpabile, l’aria che inspiriamo nei polmoni e tratteniamo per un attimo prima di lasciarla nuovamente uscire. Lei è quell’attimo.

Nella Ruota dell’Anno è collocata tra la Crona Keridwen e la Fanciulla Brigid proprio perché rappresenta il periodo di passaggio tra morte e rinascita, la quiete nella tempesta, la stasi nell’atto del respiro, ciò che avviene dopo il distacco tra spirito e corpo quando cessano le turbolenze della vita. Lei è l’energia del Bardo che ci conduce in volo all’Isola dei Morti, un luogo desertico dove possiamo ritrovare le nostre ferite interiori, le nostre parti sofferenti di cui però dobbiamo riappropriarci per poter tornare completi e quindi rinascere nuovamente. Danu è la Signora delle Ossa che ci libera da ogni peso superfluo, nella morte il nostro corpo fisico si sgretola e così Lei opera su di noi, lasciandoci solo spirito, in modo da poter volare sulle sue ali attraverso i Mondi e verso la tappa successiva del nostro cammino.

Il nome Danu è estremamente antico, fa parte dei primi nomi con cui veniva chiamata la Dea agli albori dell’umanità. Da Lei discendono i Tuatha De Danann (letteralmente: tribù della dea Danu/Dana) mitico popolo irlandese pre-celtico che si dice provenisse addirittura da Atlantide, la leggenda narra che questo popolo avesse portato con sé quattro talismani che rappresentavano gli elementi legati alle quattro direzioni: al Nord la Pietra del Destino, all’Est la fiammeggiante Spada di Nuada, al Sud la Lancia di Lug e all’Ovest il Calderone dell’Abbondanza.

Questi emblemi si ritrovano tuttora in molte culture (per esempio nei tarocchi egizi) e nei simboli legati alla regalità che esprimono il diritto di sovranità del monarca: la Pietra è il trono, la Spada è rimasta tale, la Lancia è divenuta lo scettro e il Calderone è la sfera.

Parallelamente a Danu si ha la probabilmente più nota Cailleach d’Inverno, Colei che presiede i mesi più freddi e bui dell’anno, dove tutto sembra privo di vita.

Il termine Cailleach deriva etimologicamente dall’antico irlandese caillech che significa la velata, inoltre nel gaelico si trova utilizzato in nomi composti con l’accezione di vecchia. Lei rappresenta la morte stessa ma al contempo la Vita eterna che fluisce da un’incarnazione all’altra, è la Sapienza poiché quando siamo solo spirito entriamo in comunione col Tutto e possiamo apprendere i segreti dell’universo. Trova perfetta collocazione in inverno, quando ogni forma di vita è rallentata o talmente ferma da risultare come morta.

Altri aspetti correlati all’elemento Aria si hanno con Arianrhod, che significa Ruota d’Argento. La sua storia è presente nel Quarto Ramo dei Mabinogion e la associa alla costellazione della Corona Boreale (legata al mito greco di Arianna, è infatti la corona che le viene conferita in quanto sposa di Dioniso). Arianrhod è la Dea del Mondo di Sopra, collegata al cielo e alla dimensione spirituale, fungendo quindi da parallelismo con le anime dei defunti; è la Dea Bianca della Vita nella morte e della Morte nella vita, Lei è sapiente strega e iniziatrice, Signora del Destino rappresentato appunto dalla Ruota d’Argento che gira ininterrottamente portando rinascita a ogni nuovo ciclo.

Come concretizzazione di questo legame con il mondo spirituale, a livello di pratica personale, si ha la cura dello spazio sacro nella piena consapevolezza della sua sacralità. Danu ci invita a porre l’attenzione sull’importanza dell’essenza che accompagna la sostanza, ci ricorda che ciò con cui orniamo i nostri altari e noi stessi, quando indossiamo abiti cerimoniali, non sono soltanto oggetti con semplice funzione estetica, al contrario: ogni cosa è scelta per motivi precisi, con un preciso intento e con lo scopo di richiamare una precisa energia. Questo è il momento in cui ci soffermiamo e onoriamo il significato che i nostri oggetti sacri hanno per noi, rinnovando così la loro importanza e rafforzando il loro valore.

Il colore di Danu è il viola/lilla che tende all’argento e ricorda il freddo del cielo invernale.

I suoi simboli sono lo Scettro, emblema della sua divinità, la Spada di luce che apre il varco attraverso la realtà sensibile, per poter accedere alla Visione e alla saggezza, e il Ventaglio di piume che rappresenta l’abilità di volare (in tutti i sensi).

I suoi animali sono tutti gli uccelli del cielo, in particolar modo i rapaci dalle grandi ali: l’aquila, il falco, la poiana e il gufo bianco, ma anche lo scricciolo che viene onorato nel Solstizio d’inverno.

La festività del Solstizio d’inverno, Yule secondo la denominazione germanica pre-cristiana, in origine celebrava la nascita del Sole Bambino. Durante il solstizio si ha la notte più lunga dell’anno, ma da questo momento in poi le giornate ricominciano ad allungarsi e quindi la durata dell’illuminazione solare è in fase ascendente, in ripresa, il Sole rinasce e cresce dando speranza alle genti che dovranno affrontare i rigidi mesi invernali prima di poter godere ancora del tepore primaverile.

Nel giorno più corto dell’anno si accendevano candele e si scambiavano doni come buon auspicio, si manteneva accesa la luce nel buio in attesa che il sole tornasse a rischiarare la prossima rinascita. Non per nulla si è deciso di far cadere il Natale proprio in uno dei giorni immediatamente successivi al solstizio, approfittando dell’analogia tra il Sole Bambino e Gesù Bambino venuto per donare la sua luce divina agli uomini.

Ad ogni modo, secondo la visione ritualizzata presso il Tempio di Glastonbury il significato di questo momento è profondamente diverso. Associando la Dea Danu al Solstizio d’Inverno si celebra la liberazione dalle spoglie mortali, la pausa dello spirito in attesa del risveglio in un corpo nuovo.

Si celebra la morte in quanto parte integrante della vita.

Troppo spesso si tende a ignorare questo passaggio, per vari motivi. La morte non è qualcosa di allegro, perdere una persona cara è doloroso e lacerante, ed è ovvio che non faccia piacere pensarci; inoltre l’abitudine al pensiero secondo dicotomie oppositive (bene/male, vita/morte) di certo non aiuta a vedere questo momento come una fase, peraltro necessaria, di un processo più ampio né ad approcciare il tutto serenamente.

Così come per l’elaborazione di un lutto è necessario accettarlo, oserei dire celebrarlo, allo stesso modo si celebra il buio. Questo buio tanto bistrattato ma tanto importante, il buio che ci permette di riposare, il buio che consente ai cicli di animali e piante di ricaricarsi in vista di un nuovo giorno, il buio che accoglie il brulicare della vita notturna che altrimenti non potrebbe esistere.

Nel buio del ventre della Terra il seme si prepara a germogliare, e non potrebbe farlo senza quel buio, non sopravviverebbe stando sempre alla luce. Nulla sopravviverebbe stando sempre alla luce.

Per poter rinascere, la vita ha bisogno di buio.

Per non venire consumata da sé stessa, la vita ha bisogno di buio.

Il Solstizio d’Inverno ci insegna che è la compresenza di giorno e notte a mantenere questa vita, non il prevalere di una parte sull’altra, ma la danza infinita di luce e ombra che si susseguono tenendosi per mano senza mai spezzare il perfetto equilibrio scandito da equinozi e solstizi. Nessun vincitore e nessun perdente, nessuna accezione positiva o negativa, soltanto una meravigliosa equità dotata di una saggezza che noi troppo spesso non abbiamo.

Immagini

Sarah Perini, Elena Albanese – The Goddess Temple oracle cards, Ed. Lo Scarabeo (Torino)

Fonti

Isabella Abbiati, Grazia Soldati (a cura di), I Mabinogion, Ed. Venexia (Roma)

Kathy Jones, La Dea nell’Antica Britannia, Ed. Psiche2 (Torino)

Kathy Jones, Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea, Ed. Ester (Torino)

Kathy Jones, Camminando sulla Ruota della Dea Ana, Ed. Ester (Torino)

Riccardo Taraglio, Il vischio e la quercia,Ed. L’Età dell’Acquario (Torino)

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