PaganChallenge 07: How do you view sacred texts/mithology?

C0nsiderandomi una “fuggita” dal Cristianesimo che prima di far questa scelta ha letto la Bibbia ritrovandosi a piangere di rabbia in alcuni passaggi dove la misoginia scorre a fiotti (e non solo nell’antico testamento, come vorrebbero credere i Cristiani) direi che ho un pessimo rapporto verso i testi sacri, soprattutto quelli considerati unicà-verità-possibile-guai-a-te-se-provi-a-metterlo-in-discussione che caratterizzano le religioni monoteistiche. Da parte mia quindi niente testi sacri, ma tanti testi di riferimento, magari dei veri e propri studi da parte di archeologi, sociologi, antropologi, storici etc etc che danno delle descrizioni dei vari argomenti che mi interessano, magari tra loro anche lontane e discordanti, ma mai nessuno in maniera totalitaria, leggerle mi permette di farmi una mia personale idea proprio mettendo a confronto tesi diverse tra loro.

Parlando di libri che si son rivelati importanti per me per la mia crescita spirituale dovrei far una breve bibliografia di riferimento e temo che mi dimenticherei anche dei titoli, ma direi che al primo porto metterei “L’arte della strega” di D. Morrison, non tanto per i contenuti, ma piuttosto perchè si è trattato del primo libro di stregoneria su cui ho messo le mani quand’ero in terza o quarta superiore, ne son poi seguiti altri di Cunningham, e a seguire “Il fuoco nella testa”, un saggio sullo sciamanesimo celtico di T. Cowan, “Il libro degli Spiriti” di A. Kardec, “Il sentiero dell Dea” di P. Curott,  “The Inner Mysteries” di J. Farrar e G. Bone, “Il linguaggio della Dea” di M. Gimbutas, “Il Calice e la Spada” di R. Eisler, “Il Regno dei Fanes” di A. Vanin e, per finire, “Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea” di K. Jones. Quest’ultimo è ancora in fase di lettura in quanto dovrebbe essere alla base del mio percorso di formazione quale sacerdotessa di Dea e quindi va letto tipo libro di testo al procedere delle lezioni anche pratiche. A questo elenco si aggiungono poi i malloppi iniziati e mai finiti che mi guardano con fare accusatorio dalla libreria, titoli come “La Dea Bianca” e “Il vischio e la quercia” sono quelli più recalcitanti!

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Non posso neppure considerare il mio Libro delle Ombre come un testo Sacro, in quanto è in continua evoluzione, ne ho iniziati e poi travolti molti e una versione definitiva non credo ci sarà mai in quanto come persone ci evolviamo continuamente e, conseguentemente, anche i nostri interessi e le nostre idee. A questo riguardo sono un po’ in contrasto con me stessa, perchè mi piacerebbe creare qualcosa da tramandare a mia figlia (sempre che decida di seguire la mia religione) o a chi altri verrà dopo di lei, ma mi rendo conto che si tratta di un progetto troppo grande e forse irrealizzabile.

Per quanto riguarda le mitologie, le considero una fonte inesauribile di simbolismi e conoscenze cha vanno però ricercate al di sotto della superficie, più in profondità rispetto alla prima lettura che vien loro dedicata, andando, cioè, a cercarne il nocciolo e la loro prima forma.

 

 

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